Il ballo dei teschi

Alfonso Maldonado
5 min readNov 9, 2019

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Clemente Orozco, l’ uomo in fiamme

Si avvicina la commemorazione di tutti i fedeli defunti. Mentre al nord si celebra Halloween e, il giorno dopo, la festa di tutti i santi, in questa nazione la morte si è accampata come si fosse la sua succursale, sinistra franchigia, con una strana mescolanza tra la decadenza ed il sincretismo.

Le statistiche degli scomparsi, così come la loro causa di morte, non si trova. E come se anche queste si sono sfuggiti dal paese. I giornalisti devono svegliarsi davanti le morgue per trovare una proiezione credibile di quante morte sono prodotte dalla violenza. Certo che lo fanno domandando le persone di intorno.

In simile maniera, tirare fuori la data, parecchi anni fa, degli ammalati da zika o chikungunya (virus trasmessi dalle zanzare), al di più dei discesi, è stata uno scopo proprio da una ONG specializzata.

Quando il Venezuela faceva la figura per non essere scoperta davanti dalle organizzazioni multilaterali, non si sapeva con certezza sulla scarsità dei medicamenti. Le organizzazioni dei farmaceutici dicevano che la mancanza raggiungeva il 70 u 80 %. Oggi in giorni, sono così sgarbati che non fanno lavoro di simulazione. Basta con dire che sono le sanzioni, come dire che questa cosa non me ne va. Può darsi che i medicamenti provengano dai paesi non allineati, come la India. Ed incominciavano a mancare proprio prima delle prime sanzioni. Queste non dovrebbero vietare l’importazione di medicamenti o civi. So che organizzazioni cattoliche non sono permesse ad importare aiuti. E così via.

Ma quelle che si possono trovare, il suo prezzo è fissato al giorno dallo scambio del prezzo del dollaro. Secondo la tassa, il suo prezzo. Ma si paga in bolivares. E lo stesso capita coi servizi medici, se si deve acquistare un pezzo per una macchina o quello che guadagna il personale tecnico per mettere a posto una TV.

Clemente Orozco Parte del murale al Dartmouth College, Hanover

Certo che in questo momento il traffico veicolare e di più che due anni fa. Ma le macchine che sono avariate si trovano ovunque. Può darsi che sia un pezzo guastato o soltanto la mancanza del pneumatico di scambio.

Quelli che se ne sono andati, da altri paesi spedino dei soldi per i suoi. Ma adesso nessuno può vivere con soltanto $ 150 mensili. Prima era molto come per vivere da re. In questo momento il Venezuela è uno dei paesi più costosi del pianeta. Soltanto che non produce neppure oleo: tutto é d’ importazione. Secondo El País da Spagna, la metà della popolazione riesce ad avere dollari per fare dello scambio commerciale. E, secondo il giornale, gli operai guadagnano $ 7.5 per mese. Credo che il giornalista si sia sbagliato nei dati. Oppure si riferisce ad un altro paese. Ne la metà del paese può scambiare merce in dollari, ne gli operai guadagnano $ 7.5 al mese (quello e l’aumento di salario da primo ottobre in avanti, se l'inflazione non lo fa sale ed acqua). Fino settembre, il suo salario non saliva di $ 3.5. Quello integrale, cioè, una maniera di dire che solo la metà serve a calcolare altri benefici. Il resto sono i boni.

Ma lo scambio del dollaro è innestabile. Poi dal decreto per aumentare il salario mensile, i prezzi di tutti le merci salirono… eccetto il dollaro. Da questi si tirano fuori i salari del personale. Però nella ultima settimana il dollaro è salito. La spiegazione è che c’era troppa liquidità nei mercati.

Questa situazione di morte significa che, ad esempio, i pazienti sieropositivi hanno un deficit di antiretrovirale che viene contato da migliaia: carenza del 70% in tutto il paese. Ci sono indigeni che non hanno accesso a nessun servizio. Un paio di ONG a Barquisimeto, Red Venezolana de Hombres Positivos e Conciencia por la Vida, organizzano l’assistenza spostando i contingenti di pazienti nel territorio colombiano. Chiunque abbia il cancro viene condannato nel braccio della morte. Che i privilegiati cercano di portare i loro farmaci dall’estero. Un trapianto di rene è un’avventura mortale già prima di raggiungere la sala operatoria. Che Yoiner Peña, l’adolescente speciale ferito nelle proteste del 2017, è morto perché i medicamenti che la sua mamma portava dalla Colombia le sono tolti per funzionari venezuelani.

Red Venezolana de Hombres Positivos e Conciencia por la Vida, organizzano l’assistenza spostando i contingenti di pazienti nel territorio colombiano

Una popolazione che si cerca di decimare, come il vaiolo aveva decimato gli abitanti dei nativi americani prima che la foglia d’acciaio potesse oscillare sulla sua carne. Prigionieri che sono uccisi per fame e malattie. Pozzo nelle prigioni nel caso in cui la famiglia non arrivi in ​​tempo o non reclami il corpo senza vita di uno dei suoi. Comunità minacciate in silenzio. Corpi repressivi che proteggono non l’ordine, ma lo status quo.

Cimiteri profanati, in cui la modalità della cremazione è un’alternativa meno dolorosa al rischio di non trovare le ossa dei parenti nella tomba o nel pantheon di famiglia. Riti che si combinano, con questo gusto necrofilo, a dissolvere la propria identità in una nebbia puzzolente.

Mi chiedevo quali fossero i diritti dei morti. Quelli che chiamiamo umani. Come quello della tomba dignitosa, che in alcuni casi è stata seminata (proprio seminata) il patio della casa. O il cadavere messo alle porte dell’ufficio di un certo sindaco, in modo che faccia ciò che i propri non possono fare.

I rigetti dell’idiosincrasia, che non possono fare appello alla tradizionale solidarietà dei vicini. Urna che dovrebbe essere rintracciata e quasi prestata, come se fosse il vassoio riutilizzabile di un fast food. Finto cassetto che non è abbastanza per essere fatto di metallo o legno, un tipo di cartone che deve essere tenuto ben al di sotto, magati l’urna sia sepolta senza il defunto.

Cultura della morte, che è imposta dalle dimissioni. Non come quello dell’aborto o dell’eutanasia, ma come quello del fato greco. Riti cristiani che vogliono essere ribelli, del Dio della vita. Un Gesù di Nazaret che è un Dio con noi e nonostante noi.

Il mondo esplode in rivolta. Ci sono molte ragioni. La diagnosi fallisce. Qualcosa di fatale è in tutto questo. Per coloro che vogliono il potere assoluto, nulla è sbagliato nel decadimento.

Non riesco ad ottenere che i morti abbiano diritti. Non mi sembra che ne siano stati riconosciuti. Dev’ essere che ho fallito la ricerca.

Strada verso Nirgua, in Venezuela. Scattata da Alfonso Maldonado

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Alfonso Maldonado
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Written by Alfonso Maldonado

Escritor. Enseñante de teología. Locutor. Fotografo. Defensor de los DDHH. Y, last but not least, sacerdote. VENEZUELA www.ficciografias.com https://www.ama

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